Commercio urbano in crisi, serve un “regista” - Varese News

25.05.2005 23:17

Convegno di Ascom ai Molini Marzoli sul declino dei centri storici. A giugno intanto ripartono le aperture serali dei negozi

Le parole d’ordine al convegno dell’Ascom (Associazione commercianti) che si è svolto questa mattina mercoledì 25 maggio ai Molini Marzoli, sono state “progetti concreti” e “pragmaticità”. Non si sono infatti nascosti niente i relatori e gli intervenuti, nella maggior parte commercianti cittadini, all’incontro “Il commercio urbano. Nuove opportunità di sviluppo per le nostre città” riguardo la situazione in cui si trova il commercio urbano di Busto. Un commercio al dettaglio non da poco, considerando che il 65 per cento dei punti vendita della zona compresa fra Busto e la Valle Olona si trova proprio sul territorio bustocco e il 50 per cento dei negozi cittadini a specializzazione non alimentare sono collocati nell’ area del centro storico.

«Speravo in una presenza più nutrita di imprenditori – ha esordito Romeo Mazzucchelli, presidente di Ascom Busto e di Malpensafiere – soprattutto perché, nel 60esimo anniversario di fondazione di questa associazione, ci troviamo di fronte a una situazione preoccupante che rende difficile la vita delle nostre imprese. È ora di affrontare questa crisi e pensare a delle prospettive future concrete».

Un pensiero che è stato ribadito più volte anche negli altri interventi, sia dal coordinatore del convegno Giuseppe Bettini, dal vicepresidente dell’Unione Regionale Lombardia del Commercio, Turismo e Servizi Renato Borghi e dal sindaco Luigi Rosa. Il compito di analizzare nel concreto i problemi del commercio urbano e dei centri storici e fornire degli indirizzi di intervento, è toccato invece al docente della facoltà di Scienza Politiche dell’Università Statale di Milano Luca Zanderighi e all’architetto Antonio Citterio.

«La sensazione più diffusa fra gli italiani – ha spiegato Zanderighi – è quella di essere poveri a livello sia economico che di idee. Il declino dei centri storici e delle loro attività commerciali sotto il peso dei centri commerciali è sempre più evidente. Ma proprio da qui bisognerebbe partire con un progetto concreto, una cabina di regia fra soggetti pubblici, imprese e comunità» L’idea è quella di prendere esempio da alcuni strumenti di gestione dei centri commerciali, che hanno il loro punto di forza in strategie e gestioni unitarie, e adattarli al commercio urbano. La collaborazione fra diverse realtà deve partire dall’attivazione di un percorso, continuare con una diagnosi del problema, per arrivare alla condivisione di un’analisi e all’istituzione di un tavolo di lavoro.
«Non sottovalutiamo poi l’importanza del fattore contestuale: l’esperienza dell’acquisto è oggi sempre più influenzata dal contesto in cui avviene. Non possiamo più pensare solo al nostro piccolo pezzo di mondo, ma ragionare in termini globali».

«Non nascondiamoci l’evidenza – ha detto Citterio – la caratteristica sempre più visibile della nostra struttura urbanistica è la sciatteria. Servono progetti concreti e di qualità, che facciano confluire le risorse disponibili verso il settore dell’accoglienza e dei servizi».

E proprio in tema di sviluppo del commercio e di collaborazione, verranno riproposte anche questa estate le aperture dei negozi nella serata di giovedì. In concomitanza infatti con le iniziative promosse dall’Amministrazione Comunale, come è ormai tradizione da tredici anni, per tutti i giovedì di luglio e agosto i negozi allungheranno di due ore il loro orario di apertura.

«Questa è una grande opportunità per le attività commerciali e per la città – spiega Rudy Collini, presidente del Comitato Commercianti del Centro Cittadino -. All’inizio alcuni commercianti erano scettici, ma ora circa l’80  per cento aderisce volentieri. Può infatti essere uno svantaggio tenere aperto due ore in più rispetto agli orari tradizionali, ma in quelle serate la città è stracolma di persone e il bilancio a fine estate è sempre positivo. Fondamentale è però l’abbinamento fra iniziative come gare di ballo e musica dal vivo e apertura dei negozi: senza questa condizione, pochi commercianti sarebbero disposti a tenere aperto la sera».

 

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